Sebbene la Stella d’Italia (o colloquialmente “Stellone”) non figuri nel Tricolore, anche l’Italia presenta una stella bianca a cinque punte campeggiante nell’emblema della Repubblica Italiana, dove si ritrova circondata da una ruota dentata d’acciaio (simboleggiante l’industria), con un ramo di quercia (forza e dignità) e uno di ulivo (pace), configurandosi come il più antico simbolo patrio. È noto che l’allegoria dell’Italia viene rappresentata da lungo tempo come una nobildonna fiera, dalle fattezze e dai colori tipicamente mediterranei, riccamente togata, dal capo turrito e con oggetti vari che simboleggiano il potere (scettro, spada, bastone del comando di Minerva) o l’abbondanza (spighe di grano, cornucopia), fino alla sua cristallizzazione con la Stella sopra il capo, a seguito dell’Iconologia di Cesare Ripa del 1603, sebbene l’allegoria risulti già raffigurata come “stellata” nella passata epoca tardo imperiale (II-VII secolo d. C.). Inoltre le stellette militari, che figurano sulle divise delle diverse forze armate italiane, così come sulle polene delle navi della Marina Militare, derivano proprio dalla Stella d’Italia. I primi militari che hanno adottato le stellette sul bavero sono stati gli ufficiali di fanteria dell’Esercito nel 1871. C’è da dire però che la “Stella” d’Italia è da identificare con l’astro più luminoso dopo il sole e la luna, ovvero il pianeta Venere, celebrato come identificativo della penisola italica (Esperia) sin dal viaggio di Enea dalla Grecia a quest’altra terra, da Stesicoro, nel VI secolo a. C. (e da altri poeti, come Lucrezio). L’epopea è stata ripresa successivamente, p. es. da Carducci nelle Odi Barbare, Scoglio di Quarto (41-44)