Maria Walewska, la donna che amò Napoleone

Inverno 1806. Napoleone Bonaparte entra con le sue truppe in Polonia e fissa il suo quartier generale a Varsavia. E lì, in un castello alla periferia della capitale si incontra con Maria Łączyńska meglio conosciuta come Maria Walewska, polacca, 21 anni , sposa del settantunenne conte Anastasio Walewski .

 

Napoleone era stato accolto come un liberatore da quella Polonia che da undici anni era sotto il giogo di Russia, Austria e Prussia. Una delegazione della vecchia e nuova aristocrazia, guidata dal principe Poniatowski, nipote dell’ultimo re di Polonia, gli era andata incontro sulla strada per Varsavia. Faceva parte del corteo anche la giovane contessa Walewska. Un incontro di pochi minuti, il tempo necessario per il cambio dei cavalli alla carrozza imperiale. Maria non era l’unica donna della delegazione, ma gli occhi dell’imperatore erano stati solo per lei.

 

Tre giorni dopo al castello residenza di Napoleone la donna si presentò da sola. Non era stata lei a decidere quella visita, ma gli aristocratici polacchi, marito compreso. Era opinione di tutti che un colloquio privato della giovane avrebbe certamente giovato alla causa della Polonia.

 

La donna all'inizio si oppose ma il marito la convinse facendole pesare gli interessi della Nazione: soltanto da Napoleone la Polonia poteva sperare di riottenere l’ indipendenza e un futuro di pace. E l’eroina Walewska, vittima sacrificale, tornò altre volte al castello. Ma i polacchi aspettarono invano che qualcosa cambiasse nel loro Paese. Con la vittoria di Napoleone sulla Russia nel 1807 e il trattato di Tilsit firmato in quello stesso anno veniva sancita una nuova alleanza tra Francia e Russia, ma la Polonia non ebbe alcun beneficio. La delusione fu grande tra gli aristocratici tanto che si interruppero bruscamente i loro rapporti con la contessa.

 

E si interruppero anche quelli tra Maria ed i parenti tutti. Il vecchio marito, dopo il fallimento dell’ operazione e l’inutile sacrificio della dignità della giovane moglie e del proprio onore, cercherà di indurre la donna a tornarsene in casa ai suoi doveri di moglie e di madre ma ne otterrà un netto rifiuto. Maria, nel frattempo, si era realmente innamorata dell’Imperatore.

Quando Napoleone lasciò Varsavia, partì anche lei per Parigi, ma non visse alla corte di Versailles. L’imperatore le assegnò un lussuoso appartamento in rue de la Victoire.

 

Le giornate di Bonaparte erano sempre prese dalla politica e dallo studio delle strategie militari ma egli trovava anche il tempo per lunghe passeggiate nel parco con la Walewska. Nacque Alessandro e Napoleone era felicissimo per la sua prima paternità, anche se non avvenne nell’ambito di un'unione regolare. La legittima consorte Giuseppina Beauharnais strepitava e inscenava falsi svenimenti: pretendeva da Napoleone una risposta precisa sul futuro. Ma l’imperatore aveva già in mente un preciso progetto: un nuovo matrimonio di carattere politico-strategico, per una alleanza tra Francia e Austria, con Maria Luigia d’Asburgo-Lorena, 19 anni (29 meno di Giuseppina), figlia dell’imperatore Francesco I .

 

Il divorzio da Giuseppina fu pronunciato nel 1810 ed in quello stesso anno il quarantunenne imperatore di Francia sposava Maria Luigia. Un dramma per l’ex imperatrice, non per Maria Walewska, pronta ad uscire dalla vita del grande Napoleone con la stessa discrezione con la quale vi era entrata appena tre anni prima. Continuò ad amarla anche Napoleone. E con lei il figlio Alessandro, per il quale aveva già disposto un titolo di conte ed una cospicua rendita.

 

L'imperatore ebbe la gioia di un figlio legittimo a 42 anni. Nel 1811 la ventenne imperatrice Maria Luigia diede alla luce Napoleone II, cui fu conferito, già alla nascita, il titolo di “re di Roma”. Ma la Storia proseguiva il suo corso e le cose cominciarono a cambiare. Fallita l’alleanza della Francia con lo zar Alessandro I, Napoleone decise nel 1812 di portare l’attacco alla Russia ma, giunto a Mosca, fu costretto alla ritirata, con l’esercito pressoché annientato. Poi, la sconfitta di Lipsia nel 1813, l'anno dopo il confino all’isola d’Elba, quindi il ritorno trionfale a Parigi per i famosi “100 giorni” nel 1815. Poi la definitiva sconfitta a Waterloo nel giugno dello stesso anno, la sua consegna agli inglesi dopo aver abdicato in favore del figlio legittimo (di appena 4 anni) e l’esilio definitivo nell’isola di Sant’Elena.

 

Solo tre donne gli rimasero vicine: la madre, la sorella Paolina e Maria Walewska che fu all’Elba per più di una settimana, con il figlio, poi a Parigi nei 100 giorni della grande illusione ed infine sulla banchina del porto di Playmouth, nel momento in cui il condottiero sconfitto veniva imbarcato per l’ultimo esilio dal quale non sarebbe più tornato vivo.

 

Non si vedranno mai più. Maria morirà a Parigi nel 1817, di parto, a soli 31 anni. Rimasta vedova del conte polacco, si era risposata nel 1816 con il generale Philippe Ornano, cugino di primo grado di Napoleone. Il suo cuore, conservato in una urna metallica, fu deposto per volere dello sposo nella cappella della famiglia Ornano, a Parigi, mentre il suo corpo ritornò in Polonia, per essere sepolto, come la contessa desiderava, nel cimitero della sua Varsavia.

 

Alessandro, figlio naturale di Napoleone Bonaparte e di Maria Walewska, prese parte all'insurrezione polacca del 1830. Naturalizzato francese, combatté in Algeria come ufficiale della Legione straniera francese, poi iniziò la carriera diplomatica.

Si dedicò alla letteratura e al giornalismo. Fu ambasciatore a Firenze nel 1849, a Napoli nel 1850, a Madrid nel 1851 e a Londra nel 1851. Fu ministro degli affari esteri dal maggio 1855 al gennaio 1860.

 

Fu eletto deputato e presiedette il corpo legislativo dal 1865 al 1867 e venne creato principe dal cugino imperatore nel 1866. Morì all'età di 58 anni per un colpo apoplettico mentre si trovava a Strasburgo. Fu seppellito a Parigi nel cimitero del Père Lachaise.