La Rota (Il Giuramento), è un poema scritto nel 1908 dalla poetessa Maria Konopnicka, e musicato due anni dopo dal compositore Feliks Nowowiejski.
Maria Konopnicka era una sostenitrice della Polonia indipendente.
Dal momento in cui fu scritta, infatti, lo stato polacco non esisteva, era vittima delle invasioni tedesca e russa.
Il testo della Rota è l’espressione della voglia di vivere del popolo polacco in completa autonomia e un rigetto dell’oppressione tedesca che dopo oltre un secolo stava di fatto soffocando la cultura e l’identità della popolazione polacca.
Dopo la ricostituzione dello stato polacco, la Rota fu tra i brani favoriti come inno nazionale, ma la Mazurka di Dąbrowski ebbe la meglio.
E’ stata spesso intonata negli anni ‘80 durante la legge marziale, sopratutto nelle chiese. Ogni patriota polacco la conosce a memoria.
La Rota consta di quattro strofe
Non lasceremo la terra da cui viene la nostra stirpe;
non faremo seppellire la nostra lingua;
noi siamo la nazione polacca, la gente polacca;
il ceppo reale dei Piast;
non ci lasceremo opprimere dal nemico;
Così, Dio, aiutaci!
Fino all’ultima goccia di sangue nelle vene difenderemo il nostro spirito;
fino a quando si disintegrerà in polvere e in cenere la tempesta Teutonica;
ogni soglia sarà la nostra fortezza;
Così, Dio, aiutaci!
Il tedesco non ci sputerà in faccia,
né germanizzerà i nostri figli,
la nostra truppa armata sarà pronta,
lo spirito santo ci condurrà.
Andremo quando il corno d’oro risuonerà,
Così, Dio, aiutaci!
Non lasceremo schiacciare il nome della Polonia,
non andremo vivi in una bara,
in nome della Polonia, in suo onore,
solleviamo le nostre facce fiere.
Il nipote riprenderà le terre degli antenati,
Così, Dio, aiutaci!