La cultura polacca

I Tedeschi saccheggiano un Museo a Varsavia, estate 1944
I Tedeschi saccheggiano un Museo a Varsavia, estate 1944

 

La cultura polacca è strettamente connessa alla storia millenaria della Polonia. Il suo carattere unico si sviluppò come conseguenza della sua posizione geografica, alla confluenza di varie regioni europee.

 

Partendo dalle sue origini, radicate nella civiltà degli antichi Slavi, nel corso del tempo la cultura polacca è stata profondamente influenzata dai legami intrecciati con il mondo germanico, latino e bizantino come pure dal continuo dialogo con gli altri gruppi e minoranze etniche che vivono in Polonia.

 

La storia culturale della Polonia può essere fatta risalire al Medioevo. Nella sua interezza, essa può essere divisa nei seguenti periodi storici, filosofici ed artistici: Medioevo (dalla fine del X alla fine del XV secolo), Rinascimento (dalla fine del XV alla fine del XVI secolo), Barocco (dalla fine del XVI alla metà del XVIII secolo), Illuminismo (seconda metà del XVIII secolo), Romanticismo (dal 1820 circa fino alla repressione della Rivolta di Gennaio del 1863 contro l'Impero russo), Positivismo (durato fino alla svolta del XX secolo), Giovane Polonia (tra il 1890 e il 1918), Periodo interbellico (1918–1939), Seconda guerra mondiale (1939–1945), Repubblica Popolare di Polonia (fino all'Autunno delle Nazioni del 1989) e Moderno.

 

Il popolo polacco ha avuto tradizionalmente un atteggiamento ospitale verso gli artisti stranieri e aperto alle tendenze culturali e artistiche popolari in altri paesi. Nel XIX e XX secolo l'attenzione polacca per il progresso culturale ebbe spesso la precedenza sulle attività politiche ed economiche. Questi fattori hanno contribuito alla natura versatile dell'arte polacca, con tutte le sue complesse sfumature. Oggigiorno, la Polonia è un paese altamente sviluppato, che mantiene tuttavia le sue tradizioni.

 

La cultura polacca durante la Seconda guerra mondiale fu soffocata dalle potenze occupanti della Germania nazista e dell'Unione Sovietica, entrambe le quali erano ostili al popolo e al retaggio culturale della Polonia. Le politiche volte al genocidio culturale ebbero come risultato la morte di migliaia di studiosi e di artisti, il furto e la distruzione di innumerevoli manufatti culturali.

 

Il "maltrattamento dei Polacchi fu uno dei molti modi in cui il regime nazista e quello sovietico avevano finito per assomigliarsi", scrisse lo storico britannico Niall Ferguson.

 

Gli occupanti saccheggiarono e distrussero gran parte del retaggio culturale e storico della Polonia, mentre perseguitavano e assassinavano i membri dell'élite culturale. La maggior parte delle scuole polacche furono chiuse, e quelle che rimasero aperte videro i loro corsi significativamente alterati.

 

Nondimeno, organizzazioni clandestine, in particolare lo Stato segreto polacco – salvarono gran parte dei più preziosi tesori culturali della Polonia, e lavorarono per recuperare quante più istituzioni e manufatti culturali possibili.

 

La Chiesa cattolica e alcuni personaggi facoltosi contribuirono alla sopravvivenza di alcuni artisti e delle loro opere. Nonostante le severe punizioni dei nazisti e dei sovietici, le attività culturali clandestine polacche, che includevano pubblicazioni, concerti, teatro dal vivo, educazione e ricerca accademica, continuarono durante tutta la guerra.

 

Nel 1939, mentre venne istituito il regime di occupazione, i Nazisti confiscarono il patrimonio statale polacco e gran parte del patrimonio privato. Innumerevoli oggetti d'arte furono saccheggiati e portati in Germania, in linea con un piano che era stato tracciato ben prima dell'invasione.

 

Il saccheggio fu supervisionato da esperti di unità SS, che erano responsabili delle opere d'arte, e da esperti dell'Haupttreuhandstelle Ost, che erano responsabili di oggetti più mondani. Articoli notevoli saccheggiati dai Nazisti includevano l'Altare di Veit Stoss e dipinti di Raffaello, Rembrandt, Leonardo da Vinci, Canaletto e Bacciarelli. La maggior parte degli oggetti d'arte importanti erano stati "messi al sicuro" dai Nazisti nel giro di sei mesi dal settembre 1939; verso la fine del 1942, gli ufficiali tedeschi stimavano che "oltre il 90%" delle opere d'arte precedentemente in Polonia era in loro possesso.

 

 

Alcune opere d'arte furono spedite a musei tedeschi, come il Führermuseum progettato a Linz, mentre altre opere d'arte diventarono proprietà privata di ufficiali nazisti. Furono saccheggiati oltre 516.000 singoli oggetti d'arte, inclusi 2.800 dipinti di pittori europei; 11.000 opere di pittori polacchi; 1.400 sculture, 75.000 manoscritti, 25.000 mappe e 90.000 libri (inclusi oltre 20.000 stampati prima del 1800); nonché centinaia di migliaia di altri oggetti di valore artistico e storico, nonchè animali esotici dagli zoo.