Witold Pilecki

Witold Pilecki (1901 – 1948), Tenente di Cavalleria dell'Esercito Polacco, si fece internare ad Auschwitz per testimoniare l'orrore, ma fu giustiziato dai sovietici secondo una falsa accusa di collaborazionismo con i tedeschi.

 

Pilecki, considerato un eroe in Polonia, sacrificò la serenità familiare e il benessere economico per combattere i bolscevichi negli anni 1918-1921 e i nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

 

Il 19 settembre 1940, durante un rastrellamento a Zoliborz, si fece catturare dalla Gestapo con il nome di Tomasz Serafinski, prigioniero n. 4859 e fu internato nel campo di concentramento di Auschwitz per organizzarvi una rete di resistenza e inviare un rapporto sulla situazione nel campo.

 

Un anno dopo Pilecki riuscì a far filtrare il suo rapporto all'esterno. Il 18 marzo 1941 giunse sui tavoli dell'Ufficio dello Stato Maggiore dell'Esercito Polacco in esilio, che lo girò immediatamente agli inglesi. Essi però giudicarono il documento “esagerato”.

 

Pilecki rimase ad Auschwitz quasi mille giorni. Nella notte tra il 26 e il 27 aprile 1943 riuscì ad evadere.

 

In autunno trasmise a Londra un dettagliato rapporto su tutto quello che aveva visto (Raport W o Raport Teren S). Parlò del lavoro forzato, del vitto insufficiente, delle sadiche punizioni e della persecuzione degli ebrei. Ma anche questa volta il governo britannico però non si mosse.

 

Nel 1944 Pilecki partecipò alla Rivolta di Varsavia. Alla fine della guerra (1945) raggiunse in Italia il generale Wladyslaw Anders, protagonista della liberazione della penisola insieme all'Armata britannica.

 

Alla fine del conflitto mondiale l'esercito sovietico s’insediò saldamente in Polonia. Pilecki, una volta tornato in Patria, partecipò attivamente alla resistenza contro questa seconda occupazione. Allora le sue memorie di Auschwitz divennero anche un antidoto alle falsità che il regime comunista diffondeva sulla Shoah e sulla Resistenza.

 

Per questo fu perseguitato dai sovietici, che lo incarcerarono, lo torturarono barbaramente e fu condannato a morte in un processo farsa.

 

L'esecuzione della condanna avvenne con un colpo di pistola alla nuca il 25 maggio 1948; il suo corpo fu sepolto in un luogo segreto.

 

Ai familiari fu imposto di non ricordare il congiunto. Dal 1948 al 1989 le informazioni riguardanti l'attività di Witold Pilecki furono censurate.

 

Pilecki fu riabilitato nel 1990, un anno dopo la caduta del Muro di Berlino.