In Italia l’ 8 dicembre si festeggia l'Immacolata Concezione, mentre in Polonia il 6 dicembre viene ricordato Święty Mikołaj, ovvero San Nicola di Myra vissuto tra il III e il IV sec. d.C. ed era
vescovo di Myra, città greca dell’allora Impero Bizantino, nell’attuale Turchia meridionale.
In Italia è conosciuto come San Nicola di Bari. Viene chiamato anche San Nicolò. È noto come difensore dei deboli e protettore dei bambini e delle fanciulle.
L’importanza del capoluogo pugliese in tutto questo va considerato con la conquista di Myra da parte dei musulmani nell’XI secolo: Bari e Venezia erano rivali nei commerci marittimi con
l’Oriente, e il forte spirito cattolico diffuso nella penisola, entrarono in competizione per il trasferimento in Occidente delle spoglie del santo. I più veloci ad organizzare la spedizione
furono 62 marinai baresi, che nel 1087 riuscirono a recuperare oltre metà delle reliquie. Dal 1089 le reliquie sono custodite nella cripta della splendida basilica.
I Veneziani non si rassegnarono e nel 1099 approdarono a loro volta a Myra per cercare ciò che rimaneva delle reliquie, rinvennero nel sepolcro quasi vuoto dei frammenti ossei che i Baresi non
avevano prelevato. I resti vennero trasferiti nell'abbazia benedettina di San Nicolò del Lido nella laguna di Venezia.
Come narrano diverse leggende, il vescovo di Myra portava di nascosto regali ai bambini e ai bisognosi. Ed è stato proprio lui a dare origine al mito di Santa Klaus, conosciuto in Italia come Babbo Natale.
In Polonia da secoli è presente l’antica tradizione che durante la notte tra il 5 e il 6 dicembre San Nicola porti ai bambini dolciumi e giocattoli.
Svegliandosi la mattina i bambini trovano i regali sotto il cuscino.
La festa viene ricordata non solo in ambito familiare, ma anche nelle scuole e nei centri culturali dove si organizzano scambi di regali. Già dall’inizio di dicembre si scrivono lettere di
richieste a Santa klaus, con la speranza che i desideri siano esauditi.
In passato si spiegava ai bambini che Mikołaj entrava attraverso il camino, ma con l’introduzione del riscaldamento centralizzato nessuno credette più a questa storia. Perciò Mikołaj finì per entrare direttamente dalla porta di casa. Spesso era un parente travestito da Babbo Natale.
Questa usanza è anche diffusa nell’Italia Nord Orientale, nelle vallate dove in passato è stata forte l’influenza tedesca (Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia).
La festa di “Mikołajki” del 6 dicembre corrisponde alla Befana italiana, festeggiata il 6 gennaio, infatti, nella notte tra il 5 e il 6 di gennaio, sotto il peso di un sacco stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle (sul cui fondo non manca mai anche una buona dose di cenere e carbone), la Befana vola sui tetti e, calandosi dai camini, riempie le calze lasciate appese dai bambini. Questi, da parte loro, preparano per la buona vecchina, in un piatto, un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino. Il mattino successivo, oltre ai regali e al carbone per chi è stato un po’ più cattivello, i bambini troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.
Inizia così il periodo natalizio. I centri urbani delle città polacche si illuminano di mille colori Si allestiscono alberi di Natale profumati e decorati, i centri storici sono addobbati con decorazioni natalizie che ogni anno diventano sempre più originali, l’atmosfera nonostante il clima invernale spesso rigido, diventa calda, amichevole e invitante.