La Via dell'Ambra
era l'antico itinerario lungo il quale avvenivano il commercio e il trasferimento dell'ambra.
In realtà, più che di un singolo itinerario, si trattava di un complesso sistema di vie commerciali attraverso le quali l'ambra, una preziosa resina fossile, veniva trasportata dai suoi luoghi
d'origine, il Mar Baltico e il Mare del Nord, verso il Mar Mediterraneo, in particolare verso l'Italia, la Grecia e l'Egitto, che nei tempi antichi erano i maggiori trasformatori dell'ambra grezza in oggetti preziosi.
A testimonianza dell'antichità di questo commercio, il faraone egizio Tutankhamon ebbe gioielli d'ambra nel suo corredo funebre, e oggetti di questo materiale venivano offerti nel tempio di Apollo a Delfi, in Grecia. Un centro molto antico di lavorazione dell'ambra, sin dal VI sec. a.C. era il Piceno (durante la fase IV della storia dei Piceni). I germani, che ne attingevano in gran misura, avevano la concezione dell'ambra come materia bruciabile, sensibile al fuoco ma non ardente.
In epoca romana (i romani vi ricavavano principalmente prodotti di toilette, impugnature, profumazioni), il percorso principale dell'ambra partiva dalla costa di quella che sarebbe diventata la Prussia, attraversava la regione dei Boii (la Boemia) per raggiungere infine l'alto Adriatico ad Aquileia.
La via continuava inoltre attraverso il Mar Nero (attuale Moldavia) per unirsi alla Via della Seta verso l'Asia. Successivamente il commercio dell'ambra prosperò lungo le vie fluviali che collegavano il Baltico al Mar Nero - la cosiddetta Via variago-greca - e fu uno dei principali motori dello sviluppo della civiltà dei Variaghi, che diede origine ai primi principati russi.
In tempi più recenti, punti di partenza della via dell'Ambra furono le città prussiane di Kaup e Truso, e ancora oggi l'exclave russa di Kaliningrad è chiamata Янтарный край (traslitterato Jantarnyj kraj), che significa zona dell'Ambra.