"Non c’è libertà senza solidarietà” è il motto che 30 anni fa conosceva ogni polacco.
Sono passati 30 anni da quel mese di giugno del 1989 in cui si svolsero in Polonia le prime elezioni parzialmente libere che spianarono la strada al processo di cambiamento nell’Europa centro-orientale.
Il 2019 è per la Polonia un anno particolare, un anno ricco di anniversari “tondi”: 30 anni della Polonia libera, 20 anni dell’adesione alla Nato, 15 anni dell’entrata nell’Unione Europea, ma anche 100 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Polonia.
Tra tutte le ricorrenze, la più significativa è senz’altro quella del 4 giugno. Decorre il 30˚ anniversario delle prime elezioni parzialmente libere in Polonia, una data che simboleggia la caduta del comunismo, ma è anche il giorno che ha aperto la strada al ritorno della democrazia in tutta l’Europa centro-orientale.
Il 4 giugno 1989, dopo anni di attività del sindacato Solidarność guidato da Lech Wałęsa (nel 1983 vinse il Premio Nobel per la pace e fu Presidente della Repubblica di Polonia dal 22 dicembre 1990 al 22 dicembre 1995), di scioperi e di trattative intorno alla Tavola Rotonda, si sono svolte le prime elezioni parzialmente libere che spianarono la strada alla nascita del primo governo non comunista di Tadeusz Mazowiecki (scomparso nel 2013).
Grazie alle riforme effettuate in Polonia, nell’autunno del 1989 iniziò il processo di cambiamento in Europa Centro-Orientale, chiamato in seguito “autunno dei popoli”: apertura delle frontiere tra Austria e Ungheria per i profughi della Germania dell’Est, caduta del Muro di Berlino e inizio della riunificazione della Germania, caduta del regime in Bulgaria, rivoluzione di velluto in Cecoslovacchia e abolizione della dittatura di Ceausescu in Romania.
La Polonia e i polacchi hanno aperto un nuovo capitolo nella storia europea. È caduta la cortina di ferro. Dieci anni dopo la Polonia è diventa parte della Nato e il 1 maggio 2004 è entrata nell’Unione Europea. L’adesione della Polonia all’UE rappresenta il coronamento degli sforzi bipartisan di tutti i governi formati dopo la vittoria di Solidarność nel 1989.
La Polonia era e rimane un paese con un forte spirito europeista. – L’appartenenza all’Unione è diventata un piano duraturo di modernizzazione del nostro Stato, della nostra economia e della nostra politica estera – ha affermato il ministro degli Affari Esteri polacco Jacek Czaputowicz nel suo exposé davanti al Parlamento il 14 marzo 2019.