Gli Haitiani di origine polacca che discendono dalle truppe napoleoniche

“La Battaglia di Santo Domingo” (Bitwa na San Domingo), in un dipinto di January Suchodolski che raffigura uno scontro tra soldati polacchi al servizio della Francia e gli schiavi ribelli liberati dai soldati rivoluzionari haitiani
“La Battaglia di Santo Domingo” (Bitwa na San Domingo), in un dipinto di January Suchodolski che raffigura uno scontro tra soldati polacchi al servizio della Francia e gli schiavi ribelli liberati dai soldati rivoluzionari haitiani

 

 

A seguito dell'intromissione delle potenze straniere, l'indipendenza della Confederazione Polacco - Lituana ebbe fine con la serie di spartizioni avvenute nel 1772, 1793 e 1795 da parte della Russia imperiale, della Prussia e dell'impero Austriaco, il popolo haitiano nell 1791  iniziò a lottare per riconquistare la propria indipendenza contro il governo coloniale francese a Santo Domingo e per l’abolizione della schiavitù, ottenendo l’indipendenza dalla Francia il 1* gennaio 1804. Haiti divenne il primo Stato indipendente dell'America Latina.

 

I due eventi storici, apparentemente disgiunti, hanno invece un profondo legame.

 

Nel 1802 l'esercito napoleonico fu inviato ad Haiti per  reprimere la rivolta degli schiavi.

 

Scoppiò una guerra che durò fino a tutto il 1803, con terribili eccessi da entrambe le parti.

 

Molti soldati francesi in realtà erano polacchi, dal momento che 5.000 volontari dalla Polonia stavano prestando servizio in due brigate (Legioni Polacche) dell'esercito francese. Molti polacchi credevano che combattendo per la Francia, Napoleone Bonaparte li avrebbe ricompensati con la restaurazione dell'indipendenza polacca dalla Russia, ponendo così fine alla Terza Partizione della Polonia del 1795. Dei 5.000 polacchi, circa 4.000 morirono di febbre gialla. Un proprietario di piantagioni francese scrisse dei soldati polacchi: "Dieci giorni dopo lo sbarco di questi splendidi reggimenti, più della metà di loro venne falciata dalla febbre gialla; cadevano man mano che avanzavano col sangue che fuoriusciva dalle loro narici, dalla bocca e dagli occhi... era orribile a vedersi!". Alcuno polacchi morirono in battaglia. Nella battaglia di Port Sault, il terzo battaglione polacco combatté contro circa 200 haitiani in una imboscata coi loro moschetti. Uno storico notò che "i polacchi, piuttosto che agire singolarmente, erano soliti procedere in una massa compatta verso l'obbiettivo". Gran parte di questi soldati polacchi venne uccisa dagli haitiani, fatto che portò il Generale Marie-Joseph Donatien de Vimeur de Rochambeau ad ammettere il grande coraggio da loro dimostrato in questa pericolosa operazione.

 

Molti soldati polacchi, non riconoscendosi nel ruolo di oppressori, preferirono combattere per gli schiavi ribelli piuttosto che per gli schiavisti.

 

Dopo la sconfitta e la fuga dall’isola dei francesi del Generale Rochambeau, centinaia di soldati polacchi si stabilirono sull’Isola e fondarono alcuni villaggi di montagna.

 

I discendenti dei Legionari Polacchi sono ancora lì, in un villaggio chiamato Cazale (piccolo  villaggio ad Haiti. Si trova in una regione montuosa a più di 70 chilometri da Port-au-Prince, la capitale) ed è il principale centro di popolazione della comunità polacca ad Haiti, chiamato La Pologne.