Il 6 gennaio in Italia si festeggia l'Epifania, una festività tipica di alcune regioni diffusasi, poi, nel resto della Penisola, che reca con sé tradizioni e folclori locali unitamente ad un forte valore religioso. L'Epifania è legata, infatti, all'adorazione dei Re Magi che giunsero a Betlemme, dodici giorni dopo il Natale, con i doni per Gesù Bambino seguendo la cometa. L'apparizione, però, affonda le sue radici anche in rituali pagani e precristiani. Per questo motivo si tratta di una festività particolarmente complessa che reca con sé il carattere dei luoghi in cui viene festeggiata.
In molte regioni italiane infatti, in questo periodo, si eseguono diversi riti purificatori simili a quelli del Carnevale, in cui si scaccia il maligno dai campi grazie a pentoloni che fanno un gran chiasso o si accendono imponenti fuochi: in alcune zone si costruiscono addirittura dei fantocci di paglia a forma di vecchia, che vengono bruciati durante la notte tra il 5 ed il 6 gennaio.
L’anziana vecchietta un po' malandata, ma molto laboriosa e molto amata dai più piccoli, sebbene il suo aspetto non sia così tranquillizzante, viaggia a cavallo di una scopa e, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, è al lavoro per portare doni, dolci in particolare, ai bimbi bravi. Per quelli meno bravi, invece, solo carbone. È amata quanto Babbo Natale, ma a differenza dell'anziano signore barbuto, è meno famosa fuori dai confini nazionali. In Italia, invece, la conosco tutti come la Befana: “la Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte”, vuole una vecchia filastrocca.
Il termine Befana deriva da Epifania (dal greco epifáneia), da una corruzione che si può rintracciare nelle parole bifanìa e befanìa. Le origini della festività, presumibilmente hanno una natura pagana e coincidono con il periodo del solstizio d’inverno.
Una leggenda sull’Epifania risalente al XII secolo narra che i tre Re Magi non riuscendo a trovare la strada per raggiungere Betlemme, chiesero informazioni ad una vecchietta ed insistettero affinché li accompagnasse. Nonostante le insistenze, la Befana non uscì di casa per poi pentirsi della scelta fatta. Da quel momento, ogni 6 gennaio, a cavallo della sua scopa, porta i dolciumi ai bambini.
Come alcuni ricorderanno, con la legge n. 54 del 5 marzo 1977 (Disposizioni in materia di giorni festivi), il governo Andreotti determinò la cessazione del carattere festivo civile di varie festività della Chiesa Cattolica:
la Solennità dell'Epifania, 6 gennaio
la Solennità di San Giuseppe, 19 marzo
la Solennità dell'Ascensione del Signore, quaranta giorni dopo la Pasqua
la Solennità del Corpus Domini, il primo giovedì successivo alla domenica di Pentecoste
la Solennità dei Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno
Furono inolte spostate rispettivamente alla prima domenica di giugno ed alla prima di novembre le celebrazioni della Festa della Repubblica (2 giugno) e dell'Unità Nazionale (ex Festa della Vittoria della prima guerra mondiale, 4 novembre).
In conseguenza del cambiamento la Chiesa italiana spostò l'Epifania, l'Ascensione, il Corpus Domini alla domenica seguente, mentre tolse il carattere di festa di precetto a San Giuseppe e ai Santi Pietro e Paolo.
Otto anni dopo, con il D.P.R. 792/1985 venne ripristinata agli effetti civili la Solennità dell'Epifania.
Nel 2000 poi ridivenne festivo anche il 2 giugno, fu riportata la celebrazione della Festa della Repubblica.