Jan Matejko - La battaglia di Grunwald 1875–1878 - Museo Nazionale di Varsavia
Jan Matejko - La battaglia di Grunwald 1875–1878 - Museo Nazionale di Varsavia

La battaglia di Grunwald di Jan Matejko, un capolavoro di notevoli dimensioni

 

Uno dei quadri più famosi in tutta la Polonia è la Bitwa Pod Grunwaldem, La battaglia di Grunwald, una tela di 426 x 987 cm. realizzata dal 1875 al 1878. Si tratta di una scena della battaglia tra i polacco-lituani e l’Ordine dei Cavalieri Teutonici, avvenuta il 15 luglio 1410.

Il dipinto è esposto nel Museo Nazionale di Varsavia

La battaglia di Grunwald o battaglia di Tannenberg. Fu combattuta nelle piane tra i villaggi di Grunwald, Stębark (Tannenberg) e Łodwigowo - quindi nello Stato dell'Ordine Teutonico.

Fu una battaglia tra due alleanze: da una parte vi era l'alleanza polacco-lituana, coadiuvata dai cechi, ruteni e tatari, sotto il comando del re di Polonia e granduca di Lituania, Ladislao II di Polonia (circa 30 000 unità).

Sull'altro fronte vi erano le forze dell'Ordine Teutonico e alcune unità provenienti dall'Europa occidentale (circa 20 000 soldati) comandati dal Gran Maestro dell'Ordine Teutonico Ulrich von Jungingen.

Subito dopo la battaglia, le truppe vittoriose polacco-lituane posero l'assedio alla capitale dell'Ordine, Marienburg, senza però riuscire ad espugnarla. Fu quindi firmata, l'anno seguente, la pace di Thorn (Toruń), che però non pacificò la regione e fu seguita presto da altre due guerre.Solo il Trattato di Melno creò una situazione stabile.

Marcello Bacciarelli, Ritratto del re Stanislao Augusto Poniatowski con la clessidra, 1793 - Museo Nazionale di Varsavia
Marcello Bacciarelli, Ritratto del re Stanislao Augusto Poniatowski con la clessidra, 1793 - Museo Nazionale di Varsavia

 

Marcello Bacciarelli

 

Marcello Bacciarelli (Roma, 16 febbraio 1731 – Varsavia, 5 gennaio 1818) è stato un pittore italiano.

 

Dopo aver compiuto i suoi studi a Roma, venne chiamato a Dresda alla corte dell'elettore di Sassonia Federico Augusto II. Divenuto questi re di Polonia con il nome di Augusto III, dal 1756 Bacciarelli seguì la corte sassone a Varsavia, lavorando come ritrattista dell'aristocrazia: in questo periodo fece conoscenza con la famiglia del futuro re Stanisław Poniatowski. Nel 1764 si trasferì a Vienna, dove rimase due anni al servizio dell'imperatrice Maria Teresa, realizzando i ritratti della numerosa famiglia imperiale.

 

Nel 1766 fece ritorno definitivamente in Polonia, dove nel frattempo era salito al trono Poniatowski. Bacciarelli fu tenuto in grande considerazione dal sovrano, che gli diede l'incarico di creare una scuola di pittura, lo rese responsabile della politica artistica del regno e, nel 1768, gli conferì il titolo nobiliare.

 

Oltre ad essere primo pittore di corte e a sovrintendere alla decorazione del palazzo reale (1776-1785), Bacciarelli era anche direttore generale degli edifici reali e curava la collezione privata del re: nel 1787 Stanislao lo inviò in Italia per acquistare alcuni quadri.

 

Divenuto col tempo confidente e amico del sovrano, quando, nel 1795, questi fu costretto ad abdicare e a lasciare la capitale, Bacciarelli rimase a Varsavia, dove mantenne la sua influenza sulla vita artistica locale. Nel 1798, alla morte di Stanislao II Augusto Poniatowski, egli si occupò di gestire il patrimonio reale.

 

Nel 1816, in considerazione del contributo da lui apportato all'arte polacca, fu nominato professore onorario della nuova facoltà di arti dell'Università reale di Polonia: era inoltre membro onorario delle Accademie di Belle Arti di Dresda, Vienna e Berlino. Morì a Varsavia nel 1818.

 

La sua era una tipica pittura di corte influenzata soprattutto dallo stile barocco con alcuni elementi del classicismo. Nella sua ingente produzione spiccano soprattutto i ritratti

 

(Ritratto del re Stanisław August Poniatowski nel mantello d'incoronazione, 1770) e le opere a soggetto storico.

 

Suoi affreschi ornarono le sale del Castello Reale a Varsavia. Una vasta raccolta delle sue opere è conservata nel Museo Nazionale polacco.

Dipinto di Jan Matejko "Copernico conversa con Dio (1872)", Università Jagellonica di Cracovia
Dipinto di Jan Matejko "Copernico conversa con Dio (1872)", Università Jagellonica di Cracovia

Mikolaj Kopernik

 

Mikołaj Kopernik (Niccolò Copernico 1473 - 1543) è stato uno dei più importanti astronomi della storia dell’umanità, capace di dare una svolta fondamentale alla scienza segnandone le basi per l’evoluzione.

 

Copernico è infatti famoso soprattutto per aver portato all’affermazione la teoria eliocentrica, ovvero quella teoria astronomica in base alla quale il Sole, immobile, si trova al centro dell’Universo mentre la Terra, che gira su sé stessa, ruota attorno ad esso. Nato a Torùn, in Polonia, il 19 febbraio 1473,

 

Niccolò Copernico si iscrisse inizialmente all’Università di Cracovia, dove conobbe l’astronomia ma tuttavia non riuscì a portare a termine i propri studi.

 

Si trasferì quindi in Italia, dove – incoraggiato dallo zio, vescovo di Ermia – studiò Diritto Canonico presso l’Università di Bologna. È in questa città che Niccolò Copernico fu ospite di Domenico Maria Novara, un celebre astronomo dell’epoca, che lo incoraggiò allo studio dell’astronomia.

 

In questi anni, intorno al 1497, il giovane Copernico fece quindi le sue prime osservazioni astronomiche e dopo la laurea, nel 1500, iniziò a insegnare astronomia a Roma. L’anno seguente si spostò a Padova per studiare Medicina, e poi ancora a Ferrara, nel 1503, per approfondire le proprie conoscenze in Diritto Canonico, laureandosi.

“La costituzione del 3 maggio” - 1891 - 247 cm per 446 cm
“La costituzione del 3 maggio” - 1891 - 247 cm per 446 cm

La Costituzione del 3 maggio 1791

 

La Polonia ha scelto un’opera di pittura accademica e monumentale che evoca  un evento fondante della storia del paese: “La Costituzione del 3 Maggio 1791” che fu dipinto da Jan Matejko nel 1891 per celebrare il centenario della promulgazione di questa legge fondamentale.

 

La Costituzione del Tre Maggio, dopo la Costituzione americana e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, stilata in Francia nel 1789, ha rappresentato - in ordine di tempo - il terzo importante passo  verso  la formazione di uno Stato democratico.

 

Matejko fissa nel quadro i momenti salienti di questa importante conquista che fu il “canto del cigno” della Polonia settecentesca, del suo spirito progressista , tanto che provocò la furiosa reazione dei potenti Stati vicini, Russia, Prussia e Austria fino a cancellare, con la definitiva spartizione  nel 1795, il paese dalla carta geografica.

 

Jan Matejko è autore di molti quadri storici, alcuni di essi di notevoli dimensioni.  Presso il museo del Castello di Varsavia si trova il dipinto “La costituzione del 3 maggio”, realizzata nel 1891 Il quadro misura 247 cm per 446 cm

Martirio di Tommaso Becket, Chiesa del Corpus Christi, Cracovia
Martirio di Tommaso Becket, Chiesa del Corpus Christi, Cracovia

Tommaso Dolabella

 

Tommaso Dolabella (Belluno, 1570 – Cracovia, 17 gennaio 1650) è stato un pittore barocco italiano

 

A Venezia Dolabella ebbe come maestro il pittore greco Antonio Vassilacchi e lavorò alla decorazione del Palazzo Ducale. Tra il 1596 e il 1598 (dopo una breve parentesi a Perugia) si recò in Polonia dove fu pittore di corte dei sovrani Sigismondo III, Ladislao IV e Giovanni II Casimiro.

 

I suoi dipinti avevano contenuti religiosi per il monastero e la cattedrale di Wawel a Cracovia. Realizzò inoltre molteplici ritratti. Le opere storiche e allegoriche per il castello di Wawel non sono giunte fino a noi (rimasero bruciate in un incendio nel 1702).

 

Il dipinto "La battaglia di Lepanto" nella chiesa domenicana di Poznań così come i dipinti custoditi nella chiesa di Cracovia ci sono invece pervenuti. Altre opere sono il Presepe presso la chiesa del Corpus Domini a Cracovia e la Vita di san Benedetto della chiesa dei Camaldolesi a Bielany.

 

Dolabella portò in Polonia lo stile tardo-rinascimentale veneziano di Paolo Veronese e Tintoretto. Il suo lavoro ebbe una significativa influenza sulla pittura polacca: si ebbe infatti il passaggio dalla pittura a tempera su legno a quella a olio su lino.

 

 

Le grandi statue di Igor Mitoraj

 

Igor Mitoraj artista polacco, era famoso soprattutto per i bronzi e i marmi ispirati alla mitologia classica: raffigurano personaggi mitologici – Eros, Icaro, Afrodite, i Centauri – dagli enormi volti spaccati o velati, e dai torsi privi di arti, volutamente danneggiati per ricordare il passare del tempo. Le sue opere si trovano nelle piazze e nei musei di molte città europee: nel British Museum di Londra, nel quartiere della Défense di Parigi, in Piazza del Carmine a Milano, agli Uffizi di Firenze, e a Roma, dove ha scolpito una Annunciazione per i Musei Vaticani, le porte bronzee e una statua di Giovanni Battista per la Basilica di Santa Maria degli Angeli. Grandi retrospettive a lui dedicate sono state ospitate ai giardini delle Tuileries di Parigi, ai Mercati di Traiano a Roma, e nella Valle dei Templi di Agrigento.

Dopo aver studiato pittura a Cracovia, nel 1968 Mitoraj si trasferì a Parigi. Si interessò all’America Latina e si trasferì un anno in Messico, dove iniziò a dedicarsi anche alla scultura. Tornato a Parigi, nel 1974 organizzò la sua prima mostra importante, alla galleria Hune. Nel 1979 viaggiò a New York, in Grecia e in Italia, in particolare in Toscana, dove iniziò a lavorare con il marmo di Carrara. Nel 1983 aprì un atelier a Pietrasanta, in provincia di Lucca, oltre a quello di Parigi. Nel 2003 tornò a vivere in Polonia; nel 2005 il governo polacco gli conferì la Medaglia d’oro per meriti culturali, e nel 2012 la Croce di commendatore dell’Ordine della Polonia Restituta, una delle più alte onorificenze del paese.

 

 

I "Pedoni Anonimi" di Breslavia

 

A 1,5 km dalla parte della Città Vecchia troviamo un'opera scultorea che rimarrà impressa nella memoria per sempre.

 

I Pedoni Anonimi sono un gruppo di statue che rappresentano le persone scomparse all'epoca dell'introduzione della legge marziale nel 1981.

 

Da un lato della strada vi sono sette statue, uomini e donne che camminano e che a mano a mano spariscono come inghiottiti dal marciapiede; dall'altro lato altri pedoni emergono allo stesso modo dal pavimento stradale.

 

L'opera è stata realizzata dallo scultore Jerzy Kalina.

 

La Dama con lʼErmellino di Leonardo da Vinci

 

 

La dama con l’ermellino è uno dei dipinti più conosciuti di Leonardo da Vinci. L’opera risale al 1489-1490 ed è conservata a Cracovia, nel Castello di Wawel.

 

In quest’opera Leonardo raffigura la giovane Cecilia Gallerani, l’amante di Ludovico il Moro, duca di Milano, su commissione dello stesso. La donna, oltre a essere la protagonista dell’opera, ha in braccio un ermellino, il quale ha molta importanza nella lettura dell’opera; entrambi i soggetti sono dotati di un grande valore simbolico.
L’ermellino è un animale che raramente troviamo rappresentato nei ritratti.

 

Leonardo lo utilizza alludendo al prestigioso titolo onorifico di cavaliere dell’Ordine dell’Ermellino conferito al Moro da Ferrando d’Aragona, re di Napoli, nel 1488. Inoltre, la traduzione della parola ermellino in greco è galè, un termine che richiama al cognome di Cecilia ed essendo questo animale simbolo di purezza e di incorruttibilità, allude anche alle virtù della fanciulla.

 

Il governo polacco nel 2016, nel segno della nazionalizzazione dei patrimoni dʼarte, ha acquistato la “Dama con l’Ermellino”, insieme all’intera collezione custodita da anni presso il Museo di Cracovia e di proprietà della fondazione Czartoryski, L’intera collezione comprende 86 mila oggetti museali, compresi un dipinto e alcune grafiche di Rembrandt, 250 mila libri e documenti
L'opera di Leonardo da Vinci è l'unica presente sul territorio polacco.

 

Il dipinto è stato acquistato nel 1800 dal principe Adam Jerzy Czartoryski entrando così a far parte della collezione privata della famiglia nobile polacca dei Czartoryski.

 

Il dipinto fu trasferito più volte per motivi di sicurezza: a Parigi durante l’insurrezione polacca del 1830, nel 1939 in seguito all’occupazione tedesca di Cracovia il dipinto fu utilizzato come decorazione nella residenza di Hans Frank (avvocato del partito nazista tedesco e governatore della Polonia durante l'occupazione) e successivamente trasferito dai nazisti in Germania per poi essere recuperato dall’esercito americano nel 1945 e restituito nel 1946.

 

Dipinto di Bernardo Bellotto, veduta di Varsavia, 1770
Dipinto di Bernardo Bellotto, veduta di Varsavia, 1770

 

Bernardo Bellotto detto il Canaletto. Un pittore veneziano a Varsavia

 

Distrutta con la Seconda guerra mondiale,Varsavia è stata interamente ricostruita e restaurata. Fu grazie al pittore veneziano Bernardo Bellotto, se la capitale polacca è quella che possiamo visitare.

 

Le vedute realizzate a Varsavia da Bellotto furono modello per la ricostruzione della città. L’allora Re della Polonia, Stanislao Augusto Poniatowski, salito al trono nel 1764, lo promosse pittore di corte del Re nel 1768 e al Bellotto furono commissionate le opere per ornare le sale del castello di Ujazdow.

 

Canaletto adoperò la camera oscura con la quale veniva riflessa l’immagine da dipingere su un vetro sul quale, a sua volta, era fissata una carta trasparente.

 

L’immagine veniva trasferita su tela: presa da più punti di vista ed arricchita di particolari, per cui è difficile rendersi conto del punto di vista “esatto”.

 

E’ un’invenzione più “reale” del reale. Bellotto morì a Varsavia nel 1780 ed è sepolto nella chiesa dei Cappuccini in via Miodowa.

Alexander Sochaczewski “Addio all’Europa”

 

Dipinto di Alexander Sochaczewski titolata “Addio all’Europa” (Pożegnanie Europy) raffigurante il lavoro forzato nei campi di lavoro siberiani. L'artista stesso è tra gli esiliati, presso l'obelisco, sulla destra.

 

Il dipinto si trova nel Museo del X Padiglione all’interno della Cittadella di Varsavia. (al tempo della sua costruzione, nel 1828, era destinato ad ospitare i prigionieri politici.

 

In questo luogo custode silenzioso delle atrocità della guerra sono stati rinchiusi o giustiziati più di 40 mila persone, tra i quali l’elite della nazione polacca: Romuald Traugutt, Jozef Pilsudski, Dmowski, Gustav Ehrenberg,Peter Ściegienny, Stefan Okrzeja e molti altri) 

 

Aleksander Sochaczewski (1843 - 1923) fu un pittore polacco che partecipò alla rivolta polacca a gennaio del 1863 contro l'impero russo. Fu quindi esiliato in Siberia. È conosciuto per i suoi dipinti sulla rivolta e il lavoro forzato nei campi d lavoro siberiani