BARBARA ZDUNK,  la storia dell'ultima "strega" europea

 

 

Barbara Zdunk (1769–1811) è stata una presunta piromane e strega polacca, considerata l'ultima donna condannata in Europa per stregoneria; ciò tuttavia è dubbio, perché tale accusa nella Prussia dell'epoca non era più considerata reato.

 

Non si conosce molto della giovinezza di Barbara Zdunk e le notizie certe su di lei iniziano a partire dal 1806, quando un grave incendio di origini sconosciute provocò molti danni a Reszel (città nel Voivodato di Varmia-Masuria, nella Polonia nord-orientale, dal 1772 al 1945 era parte del Regno di Prussia).

 

Nel 1807  scoppiò un altro incendio ancor più devastante dove perirono diverse persone.

 

Si narra che l’incendio fu di natura dolosa provocato dai soldati napoleonici. Il procuratore non riuscendo a risalire ai responsabili, e dovendo trovare un capro espiatorio per evitare di incriminare personaggi scomodi, si convinse che la donna era la colpevole. E come Barbara Zdunk avrebbe dato fuoco alla città? Certamente...con la stregoneria! 

 

Barbara Zdunk,  un’eccentrico personaggio, era considerata dalla gente un’appassionata di magia, e probabilmente soffriva di disturbi mentali, nel 1807 dopo essere stata  accusata di incendio doloso e di stregoneria, fu arrestata e imprigionata nel castello del borgo, riconosciuta colpevole il 22 giugno 1808 dal tribunale municipale di Reszel, venne condannata al rogo. Il 21 agosto 1811 fu eseguita la sentenza, ma non prima di aver subito anni di torture, abusi e violenze da parte dei suoi aguzzini, dando alla luce anche due figli di cui non si seppe nulla,  ma non confessò mai.

 

Si presume che il boia prima dell’esecuzione aveva strangolato con discrezione la condannata alfine di risparmiare la sua soffrenza e di non rovinare lo “spettacolo” alla gente del villaggio.

 

Oggi si ritiene che i veri piromani furono un gruppo di soldati polacchi e vi è incertezza circa la vera ragione della condanna della Zdunk, a seguito della quale vennero fatti una serie di ricorsi alle varie corti d'appello e uno anche al Re: potrebbe essere una vendetta contro l'etnia polacca, alla quale l'imputata apparteneva, da parte delle autorità prussiane, una concessione della giuria a un pubblico indignato che "pretendeva" un colpevole, il sospetto di stregoneria oppure il fatto che lei era una donna trentottenne che aveva una relazione  con il diciannovenne bracciante Jakob Auster, scandalosa per quei tempi.

 

Inoltre, si suppone che Barbara  abbia avuto nel corso della sua vita, molti amanti e diversi figli illegittimi, anche se nessuno sa esattamente che cosa ne fu di loro, e si dice che il suo fantasma e quello dei due bambini, nati dagli abusi durante la sua prigionia,  ancora si aggirino nelle segrete del castello di  Reszel.

 

Dal 2001 il castello è adibito ad hotel  e ristorante ed è un rinomato punto d'incontro tra artisti ed è famoso per le sue mostre d'arte. In loco è presente una galleria d'arte moderna.

 

Il suo caso è molto simile a quello di Anna Göldi (1734-1782), giustiziata nel 1782, che viene spesso definita come l'ultima persona ad essere condannata per stregoneria in Europa; gli storici sono ancora incerti, perché è dubbio se il processo a Barbara Zdunk può venir considerato come una caccia alle streghe in senso giuridico. 

 

La leggenda della sirena di Varsavia

 

A Varsavia nel centro della Stary Rynek (Piazza Vecchia) c’è la statua leggendaria di colei che ha giurato da tempo immemorabile di difendere la città e i suoi abitanti. È la Sirena di Varsavia (Syrenka Warszawka).

La leggenda narra che un giorno due sirene dal Mar Baltico decisero di farsi una nuotata: una andò verso Copenaghen, l’altra  invece risalì il fiume Vistola e giunse fino a Varsavia.

Giunta nella capitale, fu attirata dai pesci intrappolati nelle reti dei pescatori e decise di liberarli.

Dopo che i pescatori, al mattino, trovarono le loro reti strappate e vuote, erano curiosi di scoprire cosa stesse succedendo.

Una notte si nascosero e videro la sirena proprio mentre era intenta a liberare i pesci. Tentarono di catturarla, ma fallirono perché furono ipnotizzati dal canto suadente della sirena, e se ne innamorarono all’istante.

Del canto magico della sirena, ne venne a conoscenza un impresario senza scrupoli, che la catturò e la intrappolò in una gabbia, con l’intenzione di arricchirsi. Ma i pescatori accorsero in suo aiuto e la liberarono.

Da allora in segno di gratitudine la sirena giurò che avrebbe protetto loro e la città da qualunque pericolo. Ed è ancora là dopo tanto tempo, come se stesse lottando contro qualche nemico, con la sua spada sguainata e lo scudo in posizione di difesa. Bellissima, come bellissima è la sua storia.

La foresta di Białowieża

 

La foresta di Bialowieza, è la più grande foresta primitiva (non sfruttata né modificata dall'uomo) d'Europa. Patrimonio dell’umanità UNESCO. ospita più di 20.000 specie di animali tra cui gli ultimi bisonti d'Europa.

Questa foresta conserva e custodisce misteri irrisolti e leggende fantastiche. Nella parte centrale della foresta di Bialowieza è stato scoperto un cerchio di pietre: presso questa costruzione gli alberi, specialmente querce, differiscono significativamente in apparenza dagli altri alberi nella zona. La maggior parte degli alberi vicino al cerchio cresce, infatti, sviluppando non uno, ma diversi tronchi.

Nonostante questo tipo di alberi si possano trovare anche altrove, sembra che qui rappresentino proprio la regola. Rabdomanti e professionisti della geomanzia sostengono che da queste formazioni di pietra si sprigioni un particolare tipo di energia positiva, proprio in questi luoghi le antiche popolazioni slave di epoca pre-cristiana, eseguivano rituali animisti.

Il cerchio di pietre nasconde una leggenda: molto tempo fa, un Dio potente con quattro facce governava il territorio di Białowieża, il suo nome era Lasowid. In una notte di luna piena egli vide una ninfa particolarmente attraente presso una delle tante fontane della foresta e se ne innamorò. Da questa unione nacque un figlio chiamato Wisz, che diventò un adulto forte e pieno di ambizione. Nello stesso periodo, nel bosco viveva anche una vecchia strega che, vagando per la foresta, scoprì una zona particolarmente adatta a compiere i suoi incantesimi ma mancavano degli elementi, ovvero delle grosse pietre provenienti dalle profondità del lago. Ed ecco che entra in scena Wisz che propose un patto alla vecchia strega: egli avrebbe estratto e posizionato le pietre se lei lo avesse aiutato a detronizzare il padre. Wisz portò a termine la sua parte del patto e in una sola notte il cerchio di pietre fu pronto, ma la strega anziché rispettare la promessa, accese un grande fuoco e ingannò Wisz, trasformandolo in una pietra, che ancora oggi si trova all'interno del cerchio. 

Treno nazista carico d'oro nascosto in Polonia, verità o leggenda?

 

La leggenda vuole che un treno nazista carico d’oro e opere d’arte trafugate da città importanti della Polonia, sia scomparso senza lasciare traccia nella primavera del 1945 tra le montagne della Polonia Occidentale. In quei giorni le forze armate tedesche tentavano una disperata ritirata e caricavano su un treno gran parte del bottino di guerra dal valore, secondo la tradizione, di oltre 500 milioni di dollari. Quel convoglio, carico d’oro e di misteri, che era destinato a rientrare in seguito a Berlino, svanì invece nel nulla tra le montagne polacche in prossimità di Walbrzych, nella Bassa Slesia. La storia narra che quei vagoni sarebbero stati nascosti in una delle gallerie sotterranee costruite dai nazisti sfruttando la manodopera dei prigionieri. Tunnel tenuti così ben nascosti da non essere più ritrovati. Questa storia era nota anche ai Russi che, durante la Guerra Fredda, cercarono in quella zona il treno nazista soprattutto stimolati dai tesori che conteneva, ma senza alcun risultato. 

La leggenda che da oltre settant’anni circonda quel treno scomparso ricco di oro e opere d’arte, che ancora oggi giace, immune al tempo e indifferente a tutti i tentativi falliti nel corso dei decenni tra le montagne polacche, potrebbe trasformarsi in una nuova pagina di storia.

La Misteriosa Foresta Polacca con 400 Alberi di Pino Arcuati

 

A Gryfino, nella Polonia Occidentale, c’è una particolare foresta con più di 400 alberi che, a pochi centimetri dalla base, mostrano una piega del tronco di circa 90°. Per via di questa deformazione, il bosco ha preso il nome di Foresta Storta.

 

Ad oggi non è ancora chiaro il motivo di tale forma: la tesi più avvalorata è che gli alberi siano piantati dai contadini locali all’inizio del 1930 e modificati con delle macchine a pressione per circa 10 anni (il perché l’abbiano fatto rimane un mistero).

 

C’è ovviamente chi chiama in causa gli alieni o chi li collega ad antichi riti di stregoneria. C’è chi avanza l’ipotesi che siano il risultato dei test di alcune super armi naziste. Secondo gli abitanti locali si tratta, invece, di un fenomeno assolutamente naturale.

 

Quel che è certo è che questa foresta rimane un piccolo grande spettacolo.

I tumuli di Cracovia

 

Cracovia è una città che presenta molte particolarità locali. Una di queste, sono dei tumuli presenti in vari punti della città. I tumuli sono delle colline artificiali, erette dall'uomo. I due più antichi tumuli eretti a Cracovia hanno più di mille anni e sono dei misteriosi monumenti dei quali non si conosce bene la vera funzione. Di solito erano luoghi di sepoltura destinati ad eroi nazionali e sono una caratteristica di Cracovia e oggi, oltre ad essere luoghi simbolici, sono anche degli ottimi punti panoramici.

Sulla riva destra della Vistola, sulla collina di Krzemionek, si erge il tumulo di Krakus: il principe fondatore della città. Il tumulo è alto 16 mt., il diametro è di più di 50 mt. Probabilmente è stato eretto nel VII secolo.
Il tumulo di Wanda, la leggendaria principessa, figlia di Krakus, è alto 14 mt. e 45 mt. di diametro. Si trova a Nowa Huta, alla confluenza del fiume Dłubnia nella Vistola.
Le colline artificiali di Krakus e Wanda hanno ispirato la costruzione di due monumenti di terra e pietra dedicati ad eroi nazionali che lottarono per l'indipendenza della Polonia, Tadeusz Kościuszko e Józef Piłsudski. Il monumento a Kościuszko fu inaugurato nel 1820 e si trova sulla collina Sikornik, nella zona di Cracovia Zwierzyniec. La base di questo tumulo è di 80 mt ed è alto 34 mt.
L'altro tumulo è diventato un vero monumento all'Indipendenza e porta il nome del Maresciallo Piłsudski. É il maggiore di tutti i tumuli di Cracovia: è alto 36 mt. Si trova sempre nel quartiere Zwierzyniec, sulla collina Sowiniec.