I presepi di Cracovia 

 

La Polonia detiene un ruolo importante nell’allestimento del presepe (szopka)

 

Il presepe polacco è diverso da come siamo abituati noi Italiani, non è il paesaggio con al centro la grotta della Natività, ma una cattedrale costruita in carta stagnola luccicante di colori.

 

Queste affascinanti costruzioni sono realizzate con tecniche che si tramandano da generazioni.

 

Il 29 novembre 2018 la Commissione dell’UNESCO ha inserito nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO i Presepi di Cracovia (Szopka Krakowska).

 

La scelta è stata presa durante la XIII sessione del Comitato intergovernativo per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale svoltasi a Port Louis (Mauritius).

 

È la prima volta che la Polonia ottiene un’iscrizione in questa importante lista.

 

Ogni anno le loro creazioni possono essere ammirate in una mostra nel Museo Storico di Cracovia

 

La Polonia è una nazione profondamente cattolica e, quanto più la minoranza miscredente che, nel secondo dopoguerra, governava il paese e si impegnava a sopprimere il sentimento religioso nel popolo, tanto più questo si univa alla sua fede, che era anche il simbolo della propria identità nazionale nei confronti del regime sovietico.

 

I dirigenti del partito non riuscirono a sradicare la tradizione del presepe, che in Polonia era stata introdotta, secoli prima, dai frati francescani.

Il castello di Malbork: la fortezza più imponente d'Europa

 

Nato come convento per l’ordine monastico-militare dei cavalieri teutonici, il Castello di Malbork è oggi il più grande castello in mattoni del mondo e uno dei più imponenti d’Europa.

 

Situato sulle sponde del fiume Nogat, fu costruito come un complesso di tre castelli, ognuno con funzioni differenti: il castello alto, ossia la parte dell’ex convento, dove erano collocate le abitazioni nobiliari; il castello medio costituito dalla parte abitata dalla servitù e da alcuni servizi; il castello basso, dove vennero costruite ulteriori abitazioni e servizi e venne creata una zona adibita al commercio di armi.

 

Fu la residenza di re polacchi e imperatori germanici e la più grande armeria della repubblica di Polonia.

 

La sua edificazione cominciò nel 1270, ma assunse importanza a partire dal 1309 quando vi venne trasferita la sede dell’ordine teutonico ed il convento era ormai stato trasformato in un castello a tutti gli effetti, con tutte le fortificazioni e le difese necessarie.

 

Durante la seconda guerra mondiale il castello venne gravemente danneggiato: nei combattimenti contro la Russia vennero distrutti circa l’80% degli edifici della città.

 

Nei primi anni del dopoguerra le rovine furono lasciate in mano al Museo dell’Esercito Polacco di Varsavia che cominciò alcuni lavori di sistemazione, alimentati dal crescente numero di turisti che visitavano il castello.

 

Alla fine degli anni ’50 un comitato pubblico per la ricostruzione del castello, costituito da attivisti locali si impegnò a dargli slancio e a trasformarlo in un vero e proprio museo. 

 

Il castello, al suo interno ospita anche un museo, che fanno parte dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO sin dal dicembre 1997.

 

Zamość, la perla del Rinascimento

 

Zamość è una città della Polonia sudorientale. Il centro storico della città è iscritto nella lista Patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO dal 1992. Risulta un esempio di "città ideale" rinascimentale ben conservato, in quanto il nucleo originale non è stato pressoché intaccato dallo sviluppo successivo della città, avvenuto attorno ad esso.

 

Zamość fu fondata nel 1580 su iniziativa del magnate polacco Jan Zamoyski, come capitale dei propri vastissimi possedimenti all'interno della Confederazione polacco-lituana. Uomo di profonda cultura e vasti interessi, Zamoyski aveva studiato all'Università di Padova.

 

Zamość fu edificata sul percorso commerciale che collega l'Europa occidentale e settentrionale al Mar Nero, secondo un progetto di "città ideale" rinascimentale dell'architetto padovano Bernardo Morando.

 

Concepita per svolgere allo stesso tempo funzioni di residenza principesca, centro commerciale e presidio militare, per certe caratteristiche ricorda la città natale dell'architetto e viene chiamata "la Padova del Nord".

La pizza napoletana patrimonio dell’umanità

Dicembre 2017. dopo anni l’UNESCO ha finalmente deciso di considerare la pizza napoletana Patrimonio dell’Umanità.

 

Un traguardo storico per l’Italia che vede uno dei suoi piatti simbolo riconosciuto come bene da tutelare.

 

 

La pizza napoletana va ad arricchire la serie di prodotti tipici e diete considerate Patrimonio dell’Umanità. Nella lista sono infatti già inserite la dieta mediterranea, la cucina francese, giapponese e messicana, il Keskek turco, il Kimchi coreano e la birra belga.

 

Oltre al valore simbolico, l’inserimento della pizza napoletana come Patrimonio UNESCO potrà preservarne vari aspetti, tra cui quello economico e culturale

Il Panorama di Raclawice 

 

 

Il Panorama di Raclawice (Panorama Racławicka) è una delle più grandi opere artistiche del mondo.

 

Le sue misure sono impressionanti, si sviluppa su una superficie di 114 metri di lunghezza e 15 metri di altezza e la sua circonferenza è di 120 metri. In pratica il tessuto di forma cilindrica misura complessivamente 1800 metri quadrati. La prospettiva a 360° crea l’illusione di trovarsi al centro della battaglia.

 

Il dipinto è ospitato nell'Edificio della “Panorama Raclawicka”, a Wroclaw (Breslavia)

 

L’opera artistica, la cui enorme mole ha richiesto la costruzione di un edificio a pianta centrale che potesse ospitarlo e dare allo spettatore l'opportunità di visualizzarlo in tutta la sua interezza, fu realizzato tra il 1893 e il 1894, con la tecnica dell'olio su tavola da numerosi pittori, tra i quali Jan Styka, noto per la produzione di grandi panorami religiosi storici, da battaglia e cristiani, Wojciech Kossak esperto di scene di battaglia e di cavalli, e il paesaggista Ludwig Boller.

 

Gli artisti, prima di iniziare il dipinto, si recarono nel luogo della battaglia per conoscere la topografia della zona e comprendere precisamente come lo scontro si era sviluppato.

 

L’opera raffigura la Battaglia di Raclawice del 1794, combattuta tra la Polonia e l'Impero Russo, nei pressi del villaggio di Racławice nella regione storica della Piccola Polonia, dando inizio alla campagna denominata Rivolta di Kościuszko. uno dei primi episodi dell'Insurrezione al fine di liberare la Polonia (e in questo caso anche la Lituania) dallo strapotere russo.

Un episodio eroico della storia di un popolo che mai si è arreso alla dominazione straniera.

Il dipinto è sopravvissuto alla seconda guerra mondiale anche perché è stato accuratamente nascosto, avvolto in più rotoli, all’interno di un monastero di Frati Bernardini a Leopoli. Dopo il conflitto bellico, grazie agli sforzi delle autorità polacche, il dipinto è stato riportato in Polonia.

Il dipinto divenne oggetto di un tentativo di restauro che fu continuamente rinviato a causa dei rapporti politici tra le autorità polacche e l’Unione Sovietica, che allora controllava politicamente il paese. Occorre considerare infatti che il dipinto rappresentava una vittoria tattica dei polacchi sui russi e questi ultimi mal digerivano il fatto che la rappresentazione potesse divenire un monumento nazionale.  Solo nel 1980 l’opera di restauro ebbe inizio.

Anche la costruzione della struttura che avrebbe dovuto ospitare il dipinto andò molto a rilento. I lavori iniziarono infatti nel 1957 e lo spazio espositivo fu aperto al pubblico nel 1985.

Dal 2006 il Panorama di Raclawice è Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO